WRITING "DIFFERENZE DI GENERE NELL'AMBIENTE DI LAVORO: OPPORTUNITÀ O DISCRIMINAZIONE?" UN NUOVO RACCONTO DA VOTARE

   
Rigenerazione


Storicamente il tema della professionalità femminile ovvero del termine “donna” non è contemplato nelle prime Costituzioni se non “indirettamente, precisando che è buon cittadino colui il quale è buon padre e buon sposo” e le ragazze sono preparate a diventare angeli del focolare. 
Sono gli anni tra il 1970 e il 1980, Margaretha passeggia lungo il viale  della città che l’aveva accolta, amorevolmente, alcuni anni prima insieme alla sua famiglia. Un viale profumato dai pini di Aleppo posizionati ai margini del marciapiede dove proiettano l’ombra delle prime ore di un pomeriggio assolato. E’ una bella giornata di fine estate,il calore e il colore del sole imperversa sulla città, rendendola sonnolenta. Il traffico scorre veloce ma calmo con il rumore dei motori delle macchine attutito dai riflessi assonnati degli automobilisti.Ad un tratto lo sguardo di Margaretha viene rapito dai colori di un manifesto che indica la procedura per un concorso pubblico presso un’azienda nella quale, leggendo meglio quanto descritto, si richiedono profili professionali di varia tipologia, da destinare in alcune zone di Italia, tra le quali la regione Abruzzo,ed in particolare Pescara e Chieti.In quel tempo non esistevano agenzie interinali, internet, i PC erano di là da venire come il mondo social: c’erano i primi accenni di elaborazioni dai computer ma soltanto nelle città più avanzate dell’Italia.Questa carenza “tecnologica” non è molto avvertita dalla giovane laureata perché Margaretha è una giovane laureata in Architettura, abilitata all’esercizio professionale,consapevole delle proprie capacità:un Architetto ancora in fase embrionale ma già in una fase avanzata delle sue conoscenze.L’amore per l’Architettura si era cresciuto con lei che nella fase adolescenziale era attratta dalla forma urbana della città e dalle forme del paesaggio (certo da bambina non poteva capire il perché di questa sua attrazione). A ciò si univa anche l’aspetto sociale riferito ai diversi rapporti umani e alle diverse relazioni interpersonali intervenute negli anni, frutto del suo continuo girovagare con la famiglia in lungo e in largo, al nord e al sud di quella meravigliosa terra che è l’Italia. 
Margaretha legge attentamente il bando di concorso, appuntandosi gli aspetti più salienti: ahimè, il cellulare non è ancora presente nel mercato per scattare una fotografia del bando e rileggere il tutto a casa,con calma; trascrive le indicazioni contenute nel manifesto e soprattutto verifica la scadenza.In cuor suo sente un brivido: la proposta di un lavoro specifico,già presente nella sua mente e che rappresenta il sogno. La caparbietà è un aspetto molto importante per capire il carattere della ragazza volto, fin dall’infanzia,a dimostrare la volontà di raggiungere un obiettivo più volte ricercato: Margaretha ha lottato in famiglia per poter frequentare una scuola superiore dal taglio genericamente “maschile”: il liceo scientifico nei primi anni ’60 era frequentato per la maggior parte da alunni, “maschietti”, perché indirizzava verso studi di tipo tecnico-scientifico e le professioni di medico, ingegnere, matematico, fisico. Era un scuola interamente da riformare!La preparazione per il concorso è molto pressante, dura ma la scommessa è con se stessa e con le “alchimie” presenti nei concorsi. Le tematiche da affrontare e studiare sono quelle attuali: urbanistica, paesaggio, ambiente unite alla legislazione nazionale e regionale.Il concorso,oltre ai titoli, comporta una prova scritta che bisogna superare con un voto minimo (42) e una prova orale di approfondimento degli argomenti. Superata la prova scritta in maniera brillante,la prospettiva di vincere si fa strada in lei ma, in cuor suo, Margaretha ha timore di non riuscire a superare la prova orale perché il “blocco” davanti ad una Commissione di esame è sempre in agguato, Commissione, tra l’altro, composta da soli esperti di genere “maschile”(è solo a partire dal dlg.546/1993 che la normativa statale prevede la presenza femminile nelle Commissioni di esame). Anche la seconda prova è superata e il concorso è vinto: Margaretha è prima. L’assunzione avviene in tempi brevi e la ragazza, felice di essere stata assunta per quell’incarico così importante, si presenta il primo giorno di impiego indossando un tailleur pantalone di colore grigio,tipico abbigliamento di quegli anni nei quali la donna, presente nei luoghi di lavoro con grande rappresentanza maschile,deve avere un aspetto “maschile” per poter dimostrare di essere all’altezza della propria professione. La problematica che emerge immediatamente riguarda la differenza,la discriminazione con gli altri colleghi di pari livello e mansioni, a livello stipendiale. Infatti, Margaretha si accorge di avere una retribuzione nettamente inferiore a quella degli altri colleghi “maschietti” e salta fuori la “discriminazione di genere”. Questo è un argomento molto conosciuto dalla ragazza che, essendo a conoscenza della suddivisione culturale e storica dei ruoli ricoperti dagli uomini e dalle donne e del divario esistente nel lavoro tra un uomo e una donna, non può capacitarsi del fatto che, pur svolgendo il proprio lavoro con dedizione e professionalità, esista tale diseguaglianza. Ma le donne, si sa, sono in grado di rimettersi in gioco e qualche volta lo “zampino della gatta” e l’aiuto della “fortuna” aiuta a rimuovere gli ostacoli. Si presenta una grossa problematica all’interno dell’Azienda: esiste una buona possibilità di partecipare ad un evento di livello europeo ma c’è da svolgere, prioritariamente, una indagine delicata e carente di qualsiasi elemento conoscitivo, che permetta una analisi qualificata e conduca a obiettivi certi.Il Direttore dell’Istituto avverte l’esigenza di affidare tale studio ad una persona con una “capacità” in più, che vada oltre alla professionalità tecnica tout-court e qui interviene la “professionalità al femminile” ovvero la risorsa “donna”.Infatti è proprio dell’essere donna la capacità di risolvere problemi in diversi ambiti poiché la donna, con la sua “esistenza” si è trovata ad assumere ruoli diversificati e spesso a fare delle scelte: la carriera o la famiglia, intendendo quest’ultima come cura dei figli, degli anziani, quindi lavoratrice in casa e fuori. Grazie a questa maturità raggiunta, la donna si è evoluta attraverso l’istruzione che le ha dato la possibilità di accedere a ruoli, un tempo stabiliti e pensati solo per l’uomo. E’ inutile specificare che il finale di questa storia è naturalmente “rosa” perché Margareta ha saputo “rigenerarsi” affrontando, come ogni donna è in grado di fare,le tematiche proposte e a risolverle, grazie alle competenze, alle professionalità maturate e grazie anche al legame con le problematiche legate alla quotidianità che le donne riescono a ricucire più di altri con l’intuizione e la dinamicità tipicamente femminile.

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