WRITING "DIFFERENZE DI GENERE NELL'AMBIENTE DI LAVORO: OPPORTUNITÀ O DISCRIMINAZIONE?" RACCONTI DA VOTARE



Essere donne, a volte, aiuta!



Giulia era una ragazza alta, magra, con le curve al posto giusto e con uno sguardo accattivante. I suoi occhi grigio-verdi richiamavano l’attenzione di parecchi uomini. Lei sapeva di essere bella e attraente, con un’intelligenza sopra la media. Giulia aveva 30 anni e non conosceva la parola “modestia”. Camminava per strada a testa alta, vestita sempre all’ultima moda e con abiti rigorosamente firmati. Era brava negli studi, su questo non si poteva discutere. Nella sua carriera scolastica aveva sempre ottenuto il massimo dei voti con il minimo sforzo possibile ed era proprio per questo che si sentiva così sicura e piena di sé. Viveva a Torino, in un grazioso appartamento vicino al parco del Valentino. Lavorava come giornalista presso una emittente locale. Se ripensava come era entrata in quegli studi, a dire il vero, un po’ si vergognava. Lo aveva saputo da Luca, un suo compagno di università che aveva già sostenuto il colloquio. Il giorno stesso Giulia si era fiondata negli studi tutta tirata a puntino e si era fatta ricevere. Aveva avuto la fortuna di parlare direttamente con il direttore, un uomo affascinante, sui quarant’anni, di bell’aspetto e molto cordiale. Non si era neanche dovuta sforzare molto per richiamare la sua attenzione. Lui, infatti, pendeva completamente dalle sue labbra. Ci era andata pesante con il trucco e con l’abbigliamento. Il giorno seguente seppe che il lavoro era suo!

I primi tempi furono noiosi. Il suo compito consisteva nell’osservare Giancarlo, un ragazzo della sua età che ambiva a condurre il nuovo programma culinario che sarebbe andato in onda a breve e che si prodigava a svolgere ogni mansione affidatagli con dovizia di particolari, con una precisione maniacale. Era il pupillo di Giacomo, il direttore il quale, ogni giorno, gli affidava incarichi sempre più interessanti. Giulia, nonostante trovasse barboso stare appresso al “primo della classe” doveva fingere un entusiasmo che proprio non le apparteneva. Solo così avrebbe potuto competere con lui. Ogni occasione era buona per avvicinare il direttore e proporgli dei cambiamenti magari sui testi dei documentari ai quali stava lavorando, argomenti interessanti per i servizi del telegiornale. Le sue idee spesso venivano accettate e valutate con estrema attenzione. Giulia, poi, partecipava con ardore a tutte le riunioni di redazione, anche se la sua presenza non era richiesta, stando attenta a essere sempre provocante, sexy anche solo con lo sguardo, sicura di ammaliare con questi suoi modi di fare il direttore. E fu così che, quando giunse il momento di mettere a punto tutte le fasi per registrare “Piatti tipici del Piemonte”, la trasmissione in sei puntate che sarebbe andata in onda in autunno, Giacomo decise di mettere alla conduzione Giulia, l’ultima arrivata, sicuro che con il suo fascino, il suo sguardo magnetico e le sue curve da mozzare il fiato, avrebbe mandato lo share alle stelle. Giancarlo, fino a quel momento certo che il programma sarebbe stato suo, si infuriò con il direttore, accusandolo di essersi fatto abbindolare da una bella donna, senza alcuna esperienza diretta in video, mentre lui aveva alle spalle già qualche trasmissione sportiva e sapeva come comportarsi davanti a una telecamera. Quasi gli vennero le lacrime agli occhi ripensando all’impegno che aveva messo a studiare quella trasmissione, a inventare una modalità di conduzione originale, per distinguerla da altri programmi simili. Venne licenziato in tronco senza possibilità di replicare. Se ne andò sbattendo la porta, dopo aver guardato la ragazza con occhi che sprizzavano odio puro. Giulia non batté ciglio. Era arrivata dove voleva!

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